20 Aprile 2024
Israele_Palestina_Bandiere
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Ho preferito scorporare le informazioni pratiche dal resoconto di viaggio perché mi sembra più semplice e immediato nonché più utile per chi volesse intraprendere lo stesso viaggio.

Durata

La durata del viaggio dipende molto da quanti giorni si desiderano passare a Gerusalemme e da quanti in Palestina. Il viaggio che abbiamo fatto noi (11 giorni) dà, secondo me, un’idea dei due paesi, anche se ne aggiungerei almeno un paio per la Palestina (essendoci io già stata altre volte, ci siamo andati solo 2 giorni).

Arrivare in Israele e Palestina

Israele

Via aereo si arriva all’aeroporto internazionale Ben Gurion dal quale si arriva facilmente ovunque con varie disponibilità di messi; ci sono alcuni voli low cost che arrivano a Eilat.

Confine con Giordania – Ci sono 3 varchi (fare molta attenzione a orari e giorni di chiusura). 1) ponte Allenby/King Hussein, che dista 30 km da Gerusalemme e 40 da Amman, ed è sicuramente il più trafficato: arrivati ai rispettivi posti di frontiera (con bus o taxi o auto a noleggio) bisogna prendere una navetta che collega li collega. 2) Jordan River crossing (Sheikh Hussein Bridge per i giordani)  a 6km a est di Beit She’an in Galilea. 3) Yitzhak Rabin crossing a Eilat

Confine con l’Egitto – Al varco di Taba.

Palestina

L’arrivo in Palestina, in Cisgiordania, è possibile solo attraverso Israele. Per quanto riguarda la Striscia di Gaza, i valichi sarebbero 2 (Eretz sotto controllo israeliano e Rafah sotto controllo egiziano), ma è molto difficile entrare.

Trasporti interni

Treno

Israele ha una buona rete ferroviaria interna, quindi ci si può muovere anche in treno, ma attenzione ai giorni in cui la ferrovia non funziona. Il venerdì, per esempio, la stazione centrale ferroviaria di Gerusalemme è chiusa: non ho capito se la chiusura riguardava solo la stazione di Gerusalemme o tutta la rete ferroviaria.

Bus

Ci si muove molto facilmente con i bus: la compagnia Egged copre tutto Israele e, tramite le strade bypass, molti luoghi della Cisgiordania però, se si cerca online, bisogna saper cercare (per andare a Betlemme, per esempio, bisognerà cercare Tomb of Rachel ecc.). A Gerusalemme Est ci sono compagnie arabe che portano alle principali città della Cisgiordania.

Se ci si ferma qualche giorno a Gerusalemme, l’auto è inutile, ci si muove tranquillamente con i bus pubblici. Sono da evitare i taxi, soprattutto per i luoghi più turistici, perché ai turisti vengono chieste cifre demenziali. Si può fare un pass disponibile per vari giorni e varie tipologie di servizi. Ricordare che a Gerusalemme i trasporti pubblici non funzionano il venerdì pomeriggio e il sabato.

Auto

Noi abbiamo preferito noleggiare un’auto per essere più indipendenti con gli spostamenti. In Israele le strade sono tutte in ottime condizioni e si guida con facilità anche a Tel Aviv e a Gerusalemme (nuova ovviamente). Consiglio vivamente l’uso di un navigatore (anche quello di Google Maps).

Circolare in Palestina con un’auto a noleggio è più complicato: quasi tutte le compagnie che affittano auto in Israele non consentono di andare in Palestina; una che lo consente è Green Peace, ma, in ogni caso, in auto si rischiano code ai check point. Molto meglio muoversi con i bus da Israele verso la Palestina e con i taxi collettivi o i taxi singoli all’interno. 

Itinerario, hotel e ristoranti degni di nota

Il nostro itinerario è stato il seguente:

1° giorno – Eilat-Tel Aviv

Espletate le pratiche di rilascio auto giordana ad Aqaba, passaggio in Israele (abbastanza rapide in questo valico di frontiera) e recupero nuova auto a Eilat siamo partiti in direzione nord con l’intenzione di fermarci a Masada. Arriviamo nel sito archeologico alle 16.05 per scoprire che il sito, nonostante la temperatura torrida, chiude alle 16. Proseguiamo per Tel Aviv percorrendo la strada bypass che costeggia il Mar Morto e, attraversando la Palestina e passando da Gerusalemme, arriva a Tel Aviv.

Complessivamente sono 375 km e ci impieghiamo, con le soste, circa 6 ore.

2° giorno – Tel Aviv

3° giorno – Tel Aviv e Jaffa

4° giorno – Akko

La mattina andiamo al Museo della Terra a Tel Aviv. Partiamo per Akko percorrendo la strada costiera, senza fermarci per strada, neanche a Cesarea Marittima e Haifa. Visita Akko.

Quando si arriva ad Akko, conviene andare all’Akko Visitors Centre che si trova nella Fortezza perché vendono biglietti cumulativi per vedere i vari siti. 

Ristoranti: ci siamo trovati benissimo da Bilal (veramente ottimo e a buon prezzo) che si trova in una piazzetta vicino al mare e al Mercato Restaurant, in un vicolo della città vecchia.

Hotel: Akko non è economica. Un’ottima sistemazione è stata l’Akko Gate Hostel.

Sono 114 km e ci mettiamo poco più di 2 ore. 

5° giorno – Galilea

Visita nell’area “cattolica”, percorso: Akko – CafarnaoTiberiadeDeganiaMonte TaborNazaret – Akko.

In tutto circa 180 km, impieghiamo tutta la giornata perché facciamo tutto con calma, ma siamo di ritorno ad Akko nel tardo pomeriggio, in tempo per visitare altre parti della cittadina.

6° giorno – Rosh Hanikra e Betzel

Rosh Hanikra e spiaggia di Betzel.

Sono circa 70 km tra andare e tornare da Akko.

7° giorno – Akko – Gerusalemme

Visitiamo il Museo dei combattenti del ghetto e partiamo per Gerusalemme senza fermarci a Meghiddo come avevamo inizialmente previsto.

Percorriamo la strada interna che corre lungo il confine con la Palestina (ripassando però da Tel Aviv a recuperare il mio ebook in albergo): sono 170 km e ci mettiamo circa 3 ore.

8° giorno – Betlemme e Gerusalemme

Arrivati a Gerusalemme, la prima cosa da fare è andare all’Ufficio Turistico dentro la Città Vecchia subito dopo la Porta di Jaffa. Sono gentilissimi. Bisogna informarsi prima di tutto su eventuali festività, sull’apertura della Spianata delle Moschee (e il mio consiglio è di andarci appena possibile perché non si sa mai quello che può succedere ed è la prima cosa che viene chiusa in caso di problemi).

Viaggio in bus fino a Betlemme partendo dalla stazione dei bus a Gerusalemme Est, di fronte alla Porta di Damasco e arrivando al check point della Tomba di Rachele. Si passa il check point (ovviamente portarsi appresso i passaporti perché per entrare in Palestina spesso non li controllano, ma è impossibile poi rientrare in Israele senza passaporto). Passato il check point ci sono i taxi per andare in centro.

Di viaggio è meno di un’ora e in mezza giornata Betlemme si visita.

Ristoranti: a Gerusalemme abbiamo mangiato benissimo al Versavee, a 10 metri dalla porta di Jaffa (veramente notevoli i fegatini di pollo) e poi in Jaffa Street se ne trovano quanti se ne vuole.

Hotel: per me è imperdibile il Lutheran Guest House anche se un po’ caro (nella città vecchia con terrazza sui tetti), altrimenti vale la pena cercarne uno in Jaffa Street e dintorni.

9° giorno – Gerusalemme

Giornata dedicata allo Yad Vashem. Prima andiamo al Monte degli Ulivi per fare le foto con il sole alle spalle. Evitare i taxi che chiedono cifre astronomiche (tipo 150/200 NIS) , c’è un bus pubblico che ci va. Usciti dalla Porta di Damasco, a 150 a destra della Porta (dopo l’Arab Bank) c’è la stazione dei bus cittadini (un po’ rientrata rispetto alla strada), il biglietto costa 12 NIS.

10° giorno – Hebron

Con l’agenzia  Abraham Tours, visita di Hebron con due voci, ebraica e palestinese.

11° giorno – Gerusalemme

Giorno interamente dedicato a Gerusalemme.

12° giorno – Partenza

Periodo

Noi ci siamo stati in agosto ed è tutto fattibilissimo perché il clima è secco e all’ombra è fresco; la sera si sta decisamente bene. La costa è sicuramente più umida di Gerusalemme; sul Mar Morto il clima è torrido e molto umido.

Budget

A parte il costo dei voli (422 euro Venezia-Amman/Tel Aviv-Venezia e della Europe Assistance), il soggiorno in Israele e Palestina ci è costato complessivamente circa 1.311 euro ciascuno (eravamo in 2); suddivisione spese.

Auto e benzina 184
Hotel 547
Pasti 309
Musei e visite 57
Hebron tour 86
Varie 83
Regali 45
   

 

SIM e varie

Consiglio l’acquisto di una SIM card ricaricabile perché è molto utile per Internet.

Quando viaggiamo preferiamo sempre fare l’assicurazione sanitaria con Europe Assistance.

Il fuso orario è +1 rispetto all’Italia, anche quando è in vigore l’ora legale.

Nei conti del ristorante generalmente non è compreso il servizio quindi bisogna lasciare almeno il 10%; il pagamento con carta di credito è diffuso, ma in alcuni casi ci è stato chiesto di pagare una commissione (per esempio nell’albergo di Gerusalemme).

Festività

In Israele vige il calendario ebraico che è un calendario lunisolare, cioè calcolato su base sia solare che lunare.  

Le festività ebraiche e quelle nazionali civili sono definite in relazione al calendario ebraico. Il giorno comincia la sera e finisce al tramonto del sole; quindi bisogna fare molta attenzione per capire qual è veramente il giorno della festività.

Riposo settimanale

Lo Shabbat comincia al tramonto del sole del venerdì sera e termina quando il sole tramonta il sabato.

Nelle zone con una forte presenza arabo-musulmana (Gerusalemme, Akko, Jaffa per esempio), gli esercizi gestiti da musulmani potrebbero essere chiusi il venerdì.

Nelle zone con una forte presenza arabo-cristiana (Gerusalemme, Nazareth, Tiberiade per esempio), gli esercizi gestiti da cristiani potrebbero essere chiusi la domenica.

Festività religiose nazionali e feste civili nazionali

Questo è il calendario del 2019 con l’indicazione delle chiusure degli esercizi pubblici. Naturalmente ogni anno la data corrispondente al nostro calendario varia, ma può rappresentare un’indicazione utile. Per la corrispondenza esatta per l’anno che interessa, vedere su questo sito, al quale conviene dare un’occhiata per programmare il proprio viaggio.

gio 21 mar – Purim

Banche e istituzioni pubbliche chiuse, tranne a Gerusalemme. La maggior parte delle aziende lavora

Carnevale ebraico – Per ricordare lo sconvolgimento della Sorte ai tempi dell’Impero Persiano, si festeggia mascherandosi con costumi diversi e colorati, distribuendo regali (mishloach manot), facendo la carità, ritrovandosi a tavola con famiglia e amici (seuda) bevendo e mangiando dei deliziosi dolcetti di forma triangolare (dette orecchie di Amman).

ven 22 mar – Shushan Purim (solo Gerusalemme)

Banche, istituzioni pubbliche e la maggior parte delle aziende sono chiuse a Gerusalemme

sab 20 apr – Vigilia di Pesach

Chiuso mezza giornata

dom 21 apr / sab 27 apr – Pesach

Nel 1° e nell’ultimo giorno tutto chiuso tutto il giorno. Nei giorni intermedi le istituzioni pubbliche sono chiuse, molte aziende sono chiuse mezza o l’intera giornata.

Pasqua ebraica – Una delle più importanti e significative feste del calendario ebraico, Celebra la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù d’Egitto. Durante i sette giorni di festività la proibizione di assumere lievito ed alimenti lievitati, chiamati chamets, include ogni tipo di pane o alimenti costituiti da farina lievitata, qualsiasi tipo di pasta. Si possono assaggiare piatti speciali e molto particolari, provenienti da ogni parte del mondo ebraico. Il primo e l’ultimo giorno sono giornate di festa solenne.
Pesach è una delle tre feste durante le quali era d’obbligo per gli Ebrei fare un pellegrinaggio a Gerusalemme: se siete in città in questo periodo, non perdetevi l’impressionante benedizione dei sacerdoti (Birkat Koanim) che ha luogo presso il Muro del Pianto durante la settimana di Pesach.

mer 8 mag – Vigilia del Giorno dell’Indipendenza

Chiusura mezza o l’intera giornata

gio 9 mag – Giorno dell’Indipendenza

Tutto chiuso tutto il giorno

dom 9 giu – Vigilia di Shavuot

Chiusura mezza o l’intera giornata

lun 10 giu – Shavuot

Tutto chiuso tutto il giorno

Pentecoste – Si celebra il giorno nel quale Dio diede la Torà agli Ebrei. In questo giorno si mangiano prodotti a base di latte. Una tradizione specifica di Shavuot è quella di rimanere svegli tutta la notte a studiare i testi della tradizione Ebraica: al mattino, migliaia di Ebrei si dirigono al Muro del Pianto. Anche durante Shavuot è impartita la benedizione dei sacerdoti.

dom 11 ago – Tisha B’Av

Banche e istituzioni pubbliche sono chiuse, molte aziende sono chiuse mezza o l’intera giornata.

È un giorno di rimembranza di lutto per l’Ebraismo. La ricorrenza avviene in memoria di numerosi eventi luttuosi per il popolo ebraico: distruzione del Primo Tempio da parte delle truppe di Nabucodonosor (586 a.C.) ; distruzione del Secondo Tempio da parte delle truppe di Tito (70 d.C.); sconfitta degli insorti guidati da Bar Kochba (135 d.C.); distruzione di Gerusalemme (136 d.C.) e inizio della diaspora.

dom 29 set – Vigilia di Rosh Hashana

Chiusura mezza o l’intera giornata

lun 30 set a mar 1 ott – Rosh Hashana

Tutto chiuso tutto il giorno

Capodanno Ebraico – Dura due giorni interi e viene celebrato con grandi pasti che includono cibi simbolici come mele e miele per augurarsi un anno dolce; melograno, verdura e frutta di stagione, grano, pesce e tanti dolci. A Gerusalemme si organizzano diversi eventi che hanno a che fare con l’inizio, il nuovo, il rinnovamento.

mar 8 ott – Vigilia di Yom Kippur

Chiusura mezza o l’intera giornata

mer 9 ott – Yom Kippur

Tutto chiuso tutto il giorno

Giorno dell’Espiazione – 25 ore di digiuno e preghiera dal tramonto del giorno precedente. È considerata la ricorrenza più importante, un giorno di raccoglimento e di silenzio. È un giorno così importante e sentito che anche il più laico degli israeliani in questo giorno si dedica alla famiglia, allo stare insieme, al raccoglimento ed al fermare ogni attività. Durante lo Yom Kippur tutto si ferma, i negozi sono chiusi, per strada non ci sono automobili, né servizi di ogni genere

dom 13 ott – Vigilia di Sukkot

Chiusura mezza o l’intera giornata

lun 14 ott / mar 22 ott – Sukkot

Nel 1° e nell’ultimo giorno tutto chiuso tutto il giorno. Nei giorni intermedi le istituzioni pubbliche sono chiuse, molte aziende sono chiuse mezza o l’intera giornata.

Festa delle Capanne – È una festa gioiosa che dura per un’intera settimana e prescrive di dormire, o almeno mangiare, in una struttura temporanea simile a una capanna, coperta con rami di palme, mura di tela. Gerusalemme si trasforma ed è particolarmente suggestivo il paesaggio cittadino: in ogni terrazza, balcone, giardino, si vedono Sukkot di ogni genere e grandezza, le famiglie si riuniscono per mangiare insieme all’interno delle capanne.

lun 23 dic a lun 30 dic – Hanuka

Le scuole sono chiuse per alcuni giorni; la maggior parte delle aziende è aperta

Festa delle luci – Commemora la vittoria dei Maccabei sui Greci e la riconquista del Tempio di Gerusalemme avvenuta nel 165 a.C.; viene acceso il candelabro a 9 bracci chiamato Chanukkiah: una candelina per ogni sera della festa.

Feste religiose musulmane 

Nelle zone a forte presenta musulmana come Akko, Jaffa e Gerusalemme, gli esercizi gestiti da musulmani potrebbero essere chiusi. Dato che si basano sul calendario islamico, quindi lunare, non è possibile dare una data precisa (anche perché diversamente dal calendario ebraico dove la variazione rispetto al nostro calendario è di qualche giorno, ma più o meno cadono nello stesso periodo, nel calendario islamico la variazione è progressiva). Consiglio quindi di guardare un qualsiasi sito che indichi la corrispondenza delle feste islamiche con il nostro calendario.

Le feste principali islamiche sono: 

Eid al Fitr (segna la fine del Ramadan); 

Eid al Adha (4 giorni, Festa del Sacrificio); 

1° Muharam (Capodanno islamico); 

Eid al Isra wal Mi’rai (visita di Maometto al Paradiso).

E poi naturalmente c’è il mese di Ramadan durante il quale sconsiglio la visita in un paese islamico perché, se da un lato dopo il tramonto è una festa e si mangia per strada a volte con grandi banchetti, durante la giornata è piuttosto complicato anche per i turisti. G

Feste religiose cristiane

Potreste pensare che per le feste cristiane (celebrate soprattutto a Gerusalemme e nelle zone di Nazareth, Tiberiade ecc.) sia più semplice, e invece no perché le diverse confessioni cristiane seguono differenti calendari (e ovviamente, in particolare a Gerusalemme, ci sono praticamente tutte).

Le principali feste cristiane sono:

Natale: cade il 25 dicembre per la maggior parte delle Chiese cristiane occidentali e greco-ortodosse; per le Chiese ortodosse orientali cade invece il 6 gennaio, mentre è festeggiato il 7 gennaio per le Chiese ortodosse slave, che seguono il calendario giuliano.

Pasqua: come si sa la ricorrenza varia, quindi decisamente meglio consultare un calendario.

Sintesi storica necessaria per capire i 2 Paesi che si visitano

Per chi non conosce la situazione della Palestina spiego solo brevemente alcuni aspetti che bisogna sempre tener presente quando si decide di visitarla, altrimenti è difficile raccapezzarsi (e mi limito qui alla parte di Palestina sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese, ossia la cosiddetta Cisgiordania perché per Gaza, controllata da Hamas, la situazione è molto diversa).

È per me molto difficile essere sintetica su questi temi, ma cercherò di riassumere alcuni punti basilari scusandomi per le necessarie semplificazioni.

Le date da ricordare

Quelle che riporto sono date essenziali solo per capire l’attuale assetto geografico della Palestina, non per capirne la storia e le relazioni con Israele.

1920 – Dopo la I guerra mondiale e il piano di spartizione tra Francia e Regno Unito dell’area mediorientale dell’Impero Ottomano inizia il mandato britannico in Palestina.

1949 – Alla conclusione della 1° guerra arabo-israeliana (lo Stato di Israele era nato nel 1948 a seguito del Piano di spartizione dell’ONU del 1947) viene siglato l’armistizio che implicitamente definisce i confini di Israele da quella che viene chiamata Linea Verde. La Cisgiordania viene annessa al Regno di Transgiordania (che diventerà il Regno di Giordania) mentre Gaza viene amministrata dall’Egitto. 711.000 profughi arabi erano nel frattempo scappati dalle zone in mano alle truppe israeliane e si erano rifugiati nelle aree circostanti (Cisgiordania e altri paesi arabi); non si sono cifre precise, ma può essere calcolato intorno agli 11.000 il numero di ebrei costretti invece a scappare o espulsi dalle zone sotto controllo arabo.

1967 – A seguito della Guerra dei 6 giorni Israele occupa Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza. Inizia il processo di costruzione di insediamenti ebraici nei Territori Occupati

1987 – Scoppia la prima Intifada contro l’occupazione israeliana

1993 – Vengono siglati di Accordi di Oslo che lasciano tanti problemi irrisolti, ma dai quali deriva l’attuale configurazione geografica dell’area (fondamentale per capire come ci si muove anche oggi in queste zone) stabilendo che Cisgiordania e Striscia di Gaza sarebbero state divise in tre zone:
[Simbolo] Zona A (le grandi città) sotto il pieno controllo dell’Autorità palestinese.
[Simbolo] Zona B (la grande maggioranza dei villaggi palestinesi) sotto controllo civile palestinese e controllo israeliano per la sicurezza.
[Simbolo] Zona C (le aree degli insediamenti israeliani più “zone di sicurezza” senza una significativa popolazione palestinese) sotto il pieno controllo israeliano.
Israele si impegna a congelare la penetrazione dei coloni nel territorio palestinesi. Alla data degli Accordi i coloni sono 281.100, di cui 152.800 a Gerusalemme Est.

1994 – Israele trasferisce il controllo della striscia di Gaza e di Gerico all’Autorità palestinese: è il primo embrione del nuovo stato palestinese. Negli anni seguenti passeranno sotto il controllo dell’ANP le altre aree definite dagli Accordi.

1997 – La situazione di Hebron, che doveva passare sotto il controllo dell’ANP, viene stralciata dagli Accordi e la città suddivisa in 2 parti (vedi più avanti nel capitolo dedicato).

2000 – Scoppia la 2° Intifada. Tra le varie cause l’aumento dei coloni giunti a 387.000 (di cui 172.000 a Gerusalemme Est) nonostante il “congelamento”.

2002 – Israele allestisce una barriera di 57 chilometri, da Gerusalemme a Jenin, fatta di check-point e fortificazioni presidiati da unità militari, per impedire l’ingresso in Israele di palestinesi a causa dei numerosi attentati di cui è vittima. Segue una vera propria occupazione delle principali città della Cisgiordania (assedio al campo profughi di Jenin e alla Basilica della Natività di Betlemme).

Nel giro di qualche mese Israele lascia le aree occupate della Zona A, mantenendo il controllo militare delle Zone B e C.

2005 – Israele si ritira unilateralmente da Gaza che in breve passa sotto il controllo di Hamas.

2007 – Dopo gli scontri tra al Fatah e Hamas, quello che dovrebbe essere lo Stato palestinese (Cisgiordania e Gaza) oltre che territorialmente si trova diviso anche politicamente: Cisgiordania controllata da al Fatah e Gaza da Hamas.

La situazione oggi

Mentre Gaza è di fatto ermeticamente chiusa ai contatti con l’esterno, per muoversi in Cisgiordania bisogna conoscere:

  • gli insediamenti israeliani – Sono ormai spesso vere e proprie città all’interno dei territori palestinesi e sono sotto il pieno controllo di Israele. Oggi i coloni sui territori palestinesi sono circa 000 (di cui circa 209.000 a Gerusalemme Est)
  • le Strade bypass – Si tratta di strade di collegamento tra gli insediamenti dei coloni e tra questi e Israele non transitabili per i palestinesi.
  • il Muro di separazione – L’iniziale “barriera mobile” del 2002 viene gradatamente sostituita da un muro di circa 730 km alto 8 metri che ingloba nel versante israeliano la maggior parte delle colonie israeliane e che quindi viene costruito totalmente in territorio palestinese, inglobando de facto ampie porzioni di territorio a est della Linea Verde.

Quella che riproduco sotto è una cartina molto approssimativa, per vedere la situazione esatta cliccare qui per accedere alla mappa interattiva di Betselem

Palestina cartina Cisgiordania
La Palestina tra insediamenti e strade bypass

 

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