
Lahemaa, sentiero dei castori
Ed eccoci a metà (più o meno) dei nostri 8.000 chilometri nell’Europa orientale. Dopo avere attraversato Slovacchia, Polonia, Lituania e un rapido passaggio in Lettonia, dove ci fermeremo sulla via del ritorno, eccoci in Estonia.
Di seguito, il giro completo che abbiamo fatto. Mentre qui è possibile scaricare un file Excel con il percorso con il chilometraggio e le notti: una volta scaricato potete adattarlo alle vostre esigenze.
L’Estonia, ancor più delle altre due e della Polonia settentrionale, è il regno delle foreste, dei fiumi e dei laghi. Percorrendone le strade perfette, sembra la più ricca delle repubbliche baltiche. Si rimane ipnotizzati dal susseguirsi di boschi di tigli, pini, betulle e querce che le costeggiano: chilometri e chilometri di vegetazione che ne fanno un vitale piccolo polmone di questa Europa cementificata.
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Dalla settecentesca Tartu al parco nazionale di Lahemaa
Transitiamo dalla piccola località collinare di Otepää per arrivare a Tartu, seconda città dell’Estonia, dove ci fermiamo per una notte. Piccolo e raccolto il suo centro annovera numerosi edifici dalle sobrie linee settecentesche con la Piazza del Municipio che ne è il cuore. Purtroppo essendo tutta la città in pieno restauro per ospitare i turisti previsti in occasione della nomina a città europea della cultura per il 2024, il Palazzo del Municipio è poco visibile con la piazza transennata per il rifacimento della pavimentazione.


Merita una visita all’interno la Chiesa di San Giovanni, una chiesa luterana in mattoni che si trova nella città vecchia.

Saltiamo il Museo Nazionale Estone, che forse avrebbe meritato una visita essendo uno dei più rappresentativi di tutta l’area baltica, e ci limitiamo a una bella passeggiata nelle vie del centro
Lahemaa è il più vasto parco nazionale del paese e si estende su un territorio incontaminato e rurale di 725 km2. Una costa profondamente frastagliata con penisole e baie, boschi, laghi, fiumi e paludi con due aree principali aperte al pubblico: la Riserva Koljaku-Oandu nella parte nord-orientale del parco, e la Riserva Laukasoo, con una palude che risale a 7000 anni fa, situata nella parte centrale del parco.
Qui la Mappa del giro nel parco e delle cose da vedere.
Eviterei la Cascata di Jagala che, benché venga pomposamente presentata come un’attrazione imperdibile, è una cascatella di 8 metri di altezza con l’acqua dal colore giallognolo. È invece molto bello il Sentiero dei castori, situato nella località di Oandu: arrivati a Oandu c’è un centro visitatori dove si possono prendere le mappe per varie passeggiate nei boschi. Il nome fa riferimento alla grande quantità di castori presenti lungo il percorso di trekking, così come le dighe naturali costruite dagli stessi nel corso del tempo.



Si può anche evitare la sosta, segnalata da molte guide, alla Base sottomarini sovietica, nei pressi della penisola di Juminda (località Hara): non si vede granché perché, essendo abbandonata da decenni, non è sicuro girellare all’interno e il luogo è anche abbastanza tetro.

Da non perdere invece è la Torbiera Viru: è una palude di torba acida, una distesa di terra ricoperta di laghi, muschio, rosmarino e pini di piccole dimensioni. È attraversata da piccole e strette passerelle di legno che consentono di fare una bella passeggiata nella palude con sosta in punti di osservazione per vedere dall’alto tutta l’area.


Un ultimo momento di relax lo si può trovare al villaggio di Kasmu, la cui tradizione è legata in particolar modo a una fondamentale scuola per marinai situata sul posto.
Tallin, una piccola bomboniera medievale
Uscendo dal parco nazionale, prima di arrivare a Tallin (a pochi chilometri dalla capitale dell’Estonia), si trovano i resti dell’antico Convento di Santa Brigida, costruito intorno al 1400, venne distrutto durante la Guerra di Livona: si è salvata l’imponente facciata principale e tutti i muri portanti intorno.
Piccola e raccolta intorno alla Città Vecchia circondata da mura, Tallin è un piccolo gioiello medievale. Fuori dal centro storico si sono sviluppati nei secoli i quartieri di Kalamaja e Lillekula, un susseguirsi di case di legno immerse nel verde. Non spaventi l’elenco delle cose da vedere perché la cittadina si visita tranquillamente in una giornata, una e mezza se si visita il Museo dell’occupazione.
Questo è un possibile percorso.
La Città Vecchia
Vanallinn, così viene chiamata questa parte della città, è caratterizzata da stradine acciottolate, bei palazzi colorati, chiese e suggestivi edifici ed è circondata da quasi 2 km di mura, con 16 delle 46 torri che difendevano la città. Oggi, molte di queste, sono state trasformate in hotel, bar e ristoranti; è in gran parte chiusa al traffico, per questo tutte le attrazioni da visitare si possono raggiungere a piedi.
Curiosi i nomi delle Torri di difesa che si trovano lungo le mura di fortificazione che circondano la città: le due più famose sono Margherita la Grassa (Paks Margareeta, nella quale si trova l’Estonian Maritime Museum), così chiamata per la sua grandezza e per lo spessore delle sue mura, e la Sbircia in cucina (Kiek in de kök), in riferimento al fatto che da lì i soldati potevano tenere sotto controllo tutte le case che si trovavano nella città bassa, sbirciando appunto dentro le cucine, e oggi sede di un museo con mostre e tour dei tunnel segreti. Si segnalano poi la Torre delle Monache, nella parte della Città Bassa alla fine della scalinata di Patkul che è perfettamente conservata, e la Torre Kuldjala, ottimo esempio di architettura difensiva medievale del XIV secolo.
Partiamo dalla via Pikk, che percorre tutta la città vecchia fino alla collina di Toompea ed è un susseguirsi di edifici decorati, perlopiù sedi delle Gilde, dei rappresentanti di varie professioni, dei mercanti di vari settori.
Partendo dal punto A della mappa, al civico 71 incontriamo subito il complesso gotico noto come Le Tre Sorelle, dopo qualche passo c’è la Chiesa di Sant’Olav con la sua guglia alta 159m e che sembra sia uno dei primi edifici costruiti in città, nel 1267 (ma ricostruita in stile gotico nel Quattrocento): il candido esterno dalle linee severe contrasta con un interno dalle splendide volte stellate. Vale la pena salire sulla guglia, raggiungibile con un comodo ascensore, per godere della vista sulla città.
Al civico 17 si trova la Gilda maggiore e, un poco più avanti, quella di S. Olaf (civico 24), che rappresenta la più antica della città, segue la Casa delle Teste Nere, che prende il nome dal suo protettore San Maurizio, moro convertitosi al cristianesimo e per questo perseguitato.
Imboccando via Puhavaimu ci si imbatte subito nella Chiesa dello Spirito Santo, del XIV secolo, uno dei monumenti più antichi e suggestivi di Tallinn, edificio gotico dapprima utilizzato come cappella del municipio e poi trasformato in chiesa presenta un mix di stili architettonici: la facciata esterna è rinascimentale, la guglia barocca e le grandi vetrate gotiche; nell’interno magnifiche panche barocche, pulpito rinascimentale e il trittico dell’altare maggiore. Vera chicca l’orologio posizionato sulla facciata decorato con sculture del 1684.
Proseguendo si incontrerà via Vene e, girando a sinistra, la Chiesa di San Nicola che dal 1984, anno in cui è stata restaurata, la chiesa si è trasformata in un museo di arte religiosa, ricco di opere del tardo Medioevo, sculture e affreschi.
Via Vene è la storica via dei mercanti russi e merita una passeggiata, da non perdere il passaggio di Santa Caterina, la strada caratterizzata da arcate ed attività artigianali originarie del XV e del XVII secolo, il tutto circondato da una splendida architettura medievale.
Arrivando in piazza Raekoja bisogna assolutamente visitare la farmacia Raeapteek è una delle più antiche d’Europa (risale al 1400) ancora attive; al suo interno è possibile ancora ammirare mobili e arredi originali. La Farmacia Raeapteek rappresenta anche il più vecchio esercizio commerciale di Tallinn e la sua storia è strettamente legata a quella della famiglia Buchard. Ben dieci generazioni di Buchard, infatti, gestirono la Raeapteek per oltre 300 anni!
Nella piazza si trova anche il Municipio risalente al 1248, mentre la torre campanaria è stata aggiunta nel 1627. Al primo piano ci sono la Sala Conciliare, la più importante dell’edificio, e la Sala delle Assemblee.
Infine Porta Viru, accesso principale sulla parte orientale della cinta muraria e Narrow street (Müürivahe), con case colorate, i piccoli negozietti e i caffè caratteristici.
Dal Museo dell’Occupazione alla Collina di Tompea
Interessante il Museo dell’Occupazione (Okupatsioonide Muuseum). Occupata dalle truppe sovietiche nel 1940 dopo il patto Molotov-Ribbentrop, l’Estonia viene invasa dalla Germania nel 1941 e rimane sotto occupazione nazista fino al 1944. I tedeschi vengono inizialmente accolti come liberatori dall’occupazione sovietica, ma i nazisti procedono con il piano di germanizzazione dei paesi baltici e di annientamento della popolazione ebraica (tanto che Reinhard Heydrich poté definire l’Estonia, nel documento riassuntivo della Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, il primo Paese europeo judenfrei, “libero da ebrei”). Nel 1944 il paese viene rioccupato dai sovietici che perseguono, con Stalin, una politica di russificazione.
Il Museo si concentra sull’occupazione sovietica (pochissimi i riferimenti a quella tdesca) e presenta numerosi documenti, testimonianze, foto che danno un’idea molto chiara del periodo, durato fino alla proclamazione di indipendenza del 1991. Vale sicuramente la pena visitarlo.

Dal Museo si può facilmente salire sulla collina di Toompea, alta circa 400 m, che oggi ospita la sede del Parlamento e del Governo estone e dalla cui sommità si può spaziare con lo sguardo sulla città e fino al Mar Baltico.
Sulla collina si trovano la Cattedrale luterana di Toompea, al cui interno si trova un imponente organo, e la Cattedrale cristiano-ortodossa Aleksandr Nevskij con le 5 caratteristiche cupole a cipolla.
Verso l’isola di Saaremaa
Partiti da Tallin, ci dirigiamo verso Virtsu da dove ci si imbarca per l’isola di Saaremaa (qui si possono consultare gli orari e prenotare, in ala stagione). In realtà si tratta di due isole, collegate tra loro da un piccolo istmo e da un ponte.
Una volta sbarcati sulla prima isola, Muhu, facciamo una sosta a Koguva, sul promontorio occidentale: un piccolo punto nel nulla, affacciato sul Baltico.
Proseguiamo quindi per l’isola più grande, Saaremaa. Diciamo che in questo viaggio l’eccessivo uso di superlativi nelle descrizioni delle guide e dei blog letti prima di partire hanno finito con provocare un sottile senso di delusione una volta arrivati sul posto. Peccato perché Saaremaa è comunque un’isola piacevole ammantata da pini, abeti e piante di ginepro, “famosa” anche per la collina dei Mulini di Angla e per i crateri di Kaali. Questi ultimi sono 9 crateri creati dalla caduta di un meteorite circa 4.000 anni fa, curiosi da visitare per la loro origine e se si è appassionati di geologia dato che sono poco più che pozze; comunque, la breve passeggiata per raggiungerli è gradevole. Così come piacevoli son le passeggiate alla spiaggia di Tuhkana Rand e al promontorio di Panga Pank. Abbiamo dormito nel capoluogo Kuressaare dove abbiamo cenato, benissimo, in un bel ristorante sul mare (Hafen resto).
L’indomani lasciamo l’Estonia, rifuggendo da Parnu, descritta come la più importante stazione balneare del pase, ed entriamo in Lettonia per dirigerci verso l’affascinante Riga, questa sì merita tutti i superlativi.