
Ectoplasmi dai colori brillanti che dal verde arrivano a sventagliare un’ampia gamma di rosa e rossi. Quello delle aurore boreali è un fenomeno fisico ma pare una magia, quindi sono molto curiosa di vederle dal vivo.
E quando Giampiero mi propone un viaggio con Avventure nel Mondo in Lapponia, in sostituzione della prevista settimana bianca, accetto con entusiasmo.
Partiamo il 1 febbraio con un volo nel tardo pomeriggio che ci porta ad Helsinki, dove trascorreremo la notte. Il giorno dopo volo per Ivalo e poi in bus fino alla nostra guest house vicino a Kaamanen (poco più di un’ora).
Oltre che con Giampiero, come sempre coordinatore del gruppo, viaggio con Laura e il figlio Filippo, Mauro e Sergio che vengono da Bologna, Rosa e la nipote Carolina da Brescia, Elena da Verbania, Stefania da Padova, Roberta da Bolzano e Andriana, croata trapiantata a Milano.
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2025-2026: alta probabilità di vedere le aurore boreali
Senza entrare nei tecnicismi, ecco una spiegazione molto semplice del fenomeno: le aurore boreali sono causate dalla collisione tra particelle elettriche cariche provenienti dal Sole e l’atmosfera della Terra; queste particelle caricano l’atmosfera di energia, facendo sì che essa emetta luce di vari colori, come il verde, il rosso e il viola.
Questo fenomeno si verifica sempre, ma è più intenso dopo forti eruzioni solari ed è visibile, in inverno dato che le notti sono più lunghe, oltre il circolo polare artico.
Ma l’inverno 2025 è il periodo ideale per vedere le aurore boreali perché siamo nel massimo solare.
Cosa significa? L’attività del Sole si manifesta in cicli che durano 11 anni durante i quali le macchie solari, regioni temporanee di intensa attività magnetica sulla superficie del Sole, aumentano o diminuiscono. Nel periodo di massimo solare si ha il picco di attività, con molte macchie solari, brillamenti solari ed espulsioni di massa coronale, che causano aurore più frequenti e intense.
In questo ciclo, il massimo solare è iniziato al principio del 2024 e si concluderà alla fine del 2026 per tornare dopo 11 anni.
Nel gruppo siamo muniti di varie app che segnalano l’approssimarsi dell’aurora e quindi, verso le 21:30 scattiamo tutti in camera a prendere giacconi, guanti, cappelli, macchine fotografiche e telefoni perché vari alert ci avvisano che tra mezz’ora sulle nostre teste si scatenerà la magia.
E in effetti quasi subito si vedono in cielo strane forme: vortici che si intrecciano tra loro, pennellate in lunghe strisce che si perdono nell’oscurità. Alcuni bagliori sono chiaramente verdi, ma a occhio nudo sono più che altro biancastri mentre attraverso l’occhio della macchina fotografica mostrano tutta la loro brillantezza.
Anche qui è necessaria una piccola spiegazione: i nostri occhi hanno una sensibilità limitata alla luce in condizioni di scarsa illuminazione; in queste condizioni la nostra visione è dominata dai bastoncelli, i recettori della retina specializzati nel percepire la luce debole, ma poco sensibili ai colori. Le fotocamere, invece, hanno un’esposizione più lunga e sensori più sensibili ai colori, in particolare al verde, che è la lunghezza d’onda più comune nelle aurore boreali. Ecco perché nelle foto l’aurora appare più intensa e colorata rispetto alla percezione diretta dell’occhio umano.
Se però l’aurora è molto forte è possibile distinguere i colori anche a occhio nudo, specialmente il verde e il rosso.
Dopo un’oretta il fenomeno si affievolisce e ce ne torniamo, felici, nella guest house anche perché il freddo è intenso, siamo a -22.
A proposito di guest house, è d’obbligo un piccolo tributo ad Agle, la proprietaria, nonché cuoca, della Neljän Tuulen Tupa. Le stanze sono da 4, con letti a castello, in legno e molto gradevoli, ma quella che è veramente strepitosa è la sua cucina. Inoltre è una persona molto gentile che ti agevola in ogni cosa, disponibile (basti dire che per ben 2 volte ci ha preparato la colazione calda alle 5 di mattina) oltre a essere sempre sorridente.
Le renne e la corsa con i cani
Le renne stanno alla Lapponia come i cappelletti alla Romagna. Non possiamo quindi non visitare una fattoria dove allevano questi simpatici mammiferi. Veniamo accolti da un ragazzo di 22 anni che ci spiega che lui e la sua famiglia allevano renne da tantissimi anni. È il momento del pasto per cui il ragazzo ha con sé un sacco pieno di licheni e le renne si affollano intorno a lui per prendere il cibo.
Poi ci viene offerto un bicchiere di thè caldo con una bella salsiccia ed eccoci pronti per il ritorno. Piccola sosta nella guest house e poi tutti pronti per le slitte con i cani.
I cani sono in gabbie molto grandi e fanno un casino pazzesco; abbaiano senza sosta per attirare l’attenzione dei proprietari che stanno scegliendo quelli da attaccare alle slitte. Tutti vorrebbero essere scelti. Per la maggior parte sono degli husky, ma ci sono anche altre razze, ma mentre gli husky sono “nudi”, agli altri, mentre sono fermi, hanno messo un cappottino. Del resto è un bel freddo: -24.
Ad ogni slitta vengono attaccati 5 cani: il primo davanti è il più intelligente ed è quello che recepisce gli ordini; i due successivi “studiano” per diventare primi; gli ultimi due sono i più forti.
I cani sono eccitatissimi e non vedono l’ora di partire.
Facciamo una carovana e si parte. All’inizio guido io: è divertente, ma anche un po’ faticoso perché i cani vorrebbero correre sempre e ogni tanto danno dei begli strappi. Al ritorno faccio la passeggera e sono tutta imbacuccata. Il tutto dura un paio d’ore e correre nel bosco o sul lago ghiacciato con il solo rumore della slitta e dei cani è bellissimo.
Torniamo alla guest house dove ci attende un’ottima cena. Questa sera però niente aurore boreali perché è troppo nuvoloso.
Capo Nord: viaggio lungo i fiordi
Sveglia alle 4:45, colazione e partenza. Ci aspettano 5 ore di pullman, ma il viaggio vale assolutamente la pena. Nelle prime due ore è ancora buio per cui si dorme. Poi, da quando si inizia a costeggiare il fiordo di Porsanger il paesaggio è spettacolare: piccole insenature ghiacciate, acqua cristallizzata sulle rive, piccole scogliere, lingue di terra che spariscono nell’acqua.
E poi l’arrivo a Capo Nord. Anche se non fa particolarmente freddo, siamo a -8, soffia un vento gelido che stacca il naso. Mi si appannano gli occhiali e dopo poco sulle lenti si forma un leggero strato di ghiaccio. Impossible stare fuori.
Dovremmo fermarci più a lungo, ma all’una ci avvisano che bisogna partire subito perché è in arrivo una tempesta di neve. In effetti per i primi 20 minuti siamo immersi nel vento e nella neve che turbina intorno a noi. Dopo poco il sole inizia a scendere e con il buio, altra dormita fino a Kaamanen.
Piccolo trek e motoslitta
L’indomani una parte del gruppo va a Rovaniemi, il villaggio di Babbo Natale, mentre io, Giampiero, Sergio, Mauro, Stefania ed Elena andiamo a Inari per una passeggiata nei boschi.
Il percorso che scegliamo parte dal museo, è lo Juutua Trail ed è un bel percorso di 6 km in mezzo al bosco. Gli alberi sono coperti di neve, il paesaggio è magico, ogni tanto vediamo una piccola casetta sperduta tra gli alberi.
Circa a metà strada c’è un bivacco attrezzato con una lunga panca, un braciere, la legna (il fuoco è già acceso, probabilmente c’è stato qualcuno da poco) e a quel punto tiriamo fuori vino, salame e amenità varie per il nostro pranzo. L’atmosfera è da presepe.
Torniamo alla guest house con il buio e ci prendiamo qualche ora di relax.
L’indomani ci svegliamo con un sole splendido e il panorama intorno a noi brilla nella luce vivida del mattino. Dovremmo andare al museo ma, vista la giornata, decidiamo di fare un passeggiata sul lago ghiacciato. Purtroppo quando è il momento di prendere le motoslitte il cielo si copre e il bianco abbagliante della neve confonde le profondità. Io sono in motoslitta con Stefania: guidare qui è molto più semplice che non sul ghiacciaio, come avevamo fatto in Islanda, e quindi la nostra corsa, che dura in tutto circa un’ora, procede senza alcun problema. All’andata guida Stefania, al ritorno guido io.
La sera c’è una schiarita e andiamo ancora a caccia di aurore boreali. C’è qualcosa, ma a occhio nudo non si vede e, comunque, con il mio cellulare non viene granché. Pazienza, utilizzerò le foto dei miei compagni di viaggio.
Ed eccoci arrivati a venerdì. Si riparte per Helsinki. Dedichiamo alla capitale della Finlandia la mattinata che precede il volo di rientro: grazie a una guida che parla italiano vediamo le zone principali, compresa la bellissima biblioteca cittadina, e apprendiamo alcuni tratti della vita finlandese.