Dopo la tranquilla Slovacchia e la sorprendente Polonia, attraversando quello che viene chiamato “corridoio di Suwalki, entriamo in Lituania. È il terzo paese di questo lungo viaggio attraverso l’Europa Orientale e Centrale, di seguito il giro completo che abbiamo fatto. Mentre qui è possibile scaricare un file Excel con il percorso con il chilometraggio e le notti: una volta scaricato potete adattarlo alle vostre esigenze.
Delle tre Repubbliche baltiche, la Lituania è quella che mi è piaciuta meno. Vilnius non eccelle e Kaunas, la vecchia capitale, è decisamente al di sotto delle descrizioni. Avendo avuto un imprevisto che ci ha costretto a una sosta più lunga a Riga (complice anche il tempo non splendido), abbiamo saltato Klaipeda e la penisola di Neringa che, probabilmente, sono molto interessanti dal punto di vista naturalistico.
In Lituania abbiamo in compenso iniziato ad immergerci nella natura baltica con le strade costeggiate da fitte foreste dove si susseguono conifere, betulle, olmo nero, pioppo tremulo, quercia e frassino. Guardarle dal finestrino (non guido io ovviamente) è quasi ipnotico.
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Vilnius, la capitale barocca
Prima di arrivare nella capitale lituana, facciamo una breve sosta al lago di Traka, con visita al relativo castello.
Realizzato tra il XIV e il XV secolo, il castello medievale di Trakai è un piccolo capolavoro medievale ed è l’unico castello dell’Europa orientale che si trova su un’isola (anzi tre) circondata dall’acqua. Costruito per scopi militari, il Castello è divenuto in seguito la residenza estiva del granduca di Lituania e, dopo la sua morte, trasformato in prigione.
Nel tardo pomeriggio arriviamo infine a Vilnius, che si caratterizza per lo stile Barocco lituano dei suoi edifici (molto simile al Barocco italiano) e, al contempo, per la pianta medievale, ma anche per alcuni edifici rinascimentali. Insomma, un insieme di stili che ne fanno una gradevole cittadina.
Ecco la Mappa del percorso per uno giro a piedi che, in una giornata, consente di visitare la capitale lituana.
Una passeggiata nel centro storico consente di vedere questo insieme di stili perché si susseguono edifici barocchi, rinascimentali, gotici e neoclassici.
Nell’omonima piazza, troneggia la Cattedrale di Vilnius in stile neoclassico, costruita tra il 1779 e il 1793 e dedicata ai Santi Stanislao e Ladislao. Interessante il campanile che si trova di fronte all’edificio e di notevole bellezza la Cappella dedicata a San Casimiro.
Proseguendo alle spalle della Cattedrale si arriva alla Torre di Gediminas, unici resti del Castello costruito in legno nel IX secolo ma distrutto da un incendio nel 1400. Con una bella passeggiata nel parco Kalnai, si raggiunge la Collina delle Tre Croci dalla quale si può godere di un bel panorama sulla città.
Scendendo dalla collina e tornando verso il centro si incontra la Chiesa di Sant’Anna: la versione originale della Chiesa fu fatta costruire nel 1394 dal Re Vytautas per la moglie Anna, dalla quale, appunto, prende il nome; quella che vediamo oggi è il risultato di una ristrutturazione avvenuta nel 1582 poi, ancora, nei primi anni del 1900. La sua architettura gotico fiammeggiante con i tipici mattoni rossi la rende uno dei simboli della città. Sembra sia stata realizzata utilizzando 33 tipi diversi di mattoni colorati.
Piccolo, ma carino il quartiere Uzupis, “casa” degli artisti di Vilnius mentre del passato ebraico di Vilnius (che prima dell’invasione nazista del 1941 era chiamata la Gerusalemme lituana) resta soltanto la Sinagoga Corale perché tutti gli altri sono stati distrutti dalla guerra prima e dai sovietici poi (non siamo però riusciti a capire se, a livello turistico, è visitabile o no).
Non siamo invece riusciti a vedere il Museo del Genocidio (situato nell’ex sede del KGB) che ripercorre la dolorosa persecuzione del popolo lituano attraverso foto, video, oggetti dell’epoca e che arriva fino ai sotterranei dove si trovano le prigioni, i luoghi di tortura e quelli delle esecuzioni.
Interessanti infine i Giardini Botanici dell’Università di Vilnius (due “sedi”, una più vicina al centro e una più distante) molto belli e piacevoli da visitare.
Consigli per la cena
Rimasti un po’ delusi dalla Georgian House (ma forse abbiamo sbagliato noi la scelta del piatto), ci è invece piaciuto molto il Ristorante Lokys. Il posto è carino, con un bel giardino interno e i piatti deliziosi.
Dalla Collina delle Croci a Kaunas
Sulla strada del ritorno dalla Lettonia, saremmo dovuti andare a Klaipeda e alla penisola di Nuringa, ma la lunga sosta obbligata a Riga (causa guasto all’auto) e il tempo un po’ bigio ci hanno fatto desistere dal giro sulla costa e ci siamo subito diretti alla Collina delle Croci.
Prima di descrivere questo luogo piuttosto insolito scrivo due cose sui posti non visitati, nel caso qualcuno desideri andarci.
Scendendo lungo la costa, si arriva a Klaipėda la cui architettura si distingue nel contesto dell’intera Lituania per gli edifici in stile Fachwerk (case a graticcio): la maggior parte degli edifici in questo stile è rimasta nella parte del centro storico, tra via Didžiosios Vandens e Piazza Turgaus.
La Penisola Curlandese, o di Neringa, è una sottile striscia di terra che si estende per 98 chilometri, separando il Mar Baltico dalla Laguna dei Curi e nei suoi punti di minore estensione è larga appena 1 km. Il suo territorio è diviso a metà tra la Lituania e la Russia ed è composto da giganti dune mobili, che possono superare i 50 metri di altezza. Come punti di interesse segnalo: la Collina delle streghe, nei pressi del villaggio di Juodkranté, con una ricca vegetazione di conifere, dove qui e là sono disposte 80 sculture in legno che rappresentano i personaggi del folklore lituano; il minuscolo villaggio di Nida, con la Duna di Parnidis e le case dei pescatori; Smiltynė, con spiagge e pinete; Juodkrantė, circa 20 km a sud di Smiltyné, caratterizzato da una gradevole passeggiata affiancata da una serie di sculture; Pervalka, uno dei punti di osservazione ideali delle dune.
Riprendo la descrizione del nostro viaggio, la Collina delle Croci è un luogo surreale. In mezzo alla campagna lituana ci si imbatte in un grande parcheggio e poi in diverse auto in sosta lungo la strada mentre, in lontananza, si vede una collina dal profilo curioso. Non sono alberi quelli che la ricoprono ma centinaia, forse migliaia di croci dalle fogge più diverse. La collina era la sede di un castello, ma i cavalieri teutonici lo distrussero e lo incendiarono; la gente iniziò a erigere croci sulla collina a metà del 1800 in ricordo dei morti. Si percorrono stretti sentieri dove le semplici croci di legno di pochi centimetri si alternano a giganti in ferro battuto riccamente lavorato.
Ci muoviamo poi rapidamente verso Kaunas. Mi aspettavo decisamente di più dall’antica capitale lituana e se non fosse che altrimenti la tappa sarebbe stata troppo lunga, non avrebbe avuto senso passarci una notte.
Premesso che non siamo riusciti a vedere l’Art Deco Museum, perché è possibile farlo solo con tour guidati che non erano disponibili nel giorno in cui siamo fermati, i due luoghi che, a mio parere, ha senso visitare sono il Monastero di Pažaislis e la Kiemo galerija (comunque qui trovate una possibile Mappa del giro di Kaunas dove sono indicati anche altri luoghi)
La Kiemo galeria è un cortile nel quale l’artista lituano Vytenis Jakas, qui residente, ha iniziato a trasferire sui muri le fotografie delle famiglie ebree che avevano vissuto nelle case circostanti; oggi nel cortile si trovano uno dopo l’altro anche altri oggetti e sempre nuovi artisti lasciano le loro impronte.
Il Monastero di Pažaislis (Pažaislio vienuolynas) è uno dei più bei complessi di architettura barocca in Lituania: progettato dall’architetto italiano Giovanni Battista Frediani, il complesso è decorato con modanature di maestri della scultura lombardi
E con Kaunas lasciamo al Lituania e rientriamo in Polonia.