28 Aprile 2024
Berlino, Porta di Brandeburgo

Berlino, Porta di Brandeburgo

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La Germania è la tappa finale del nostro viaggio che, in un giro di circa 8.000 chilometri ci ha portato nel cuore dell’Europa orientale attraverso SlovacchiaPoloniaLituania, Lettonia ed Estonia.

Di seguito, il giro completo che abbiamo fatto. Mentre qui è possibile scaricare un file Excel con il percorso con il chilometraggio e le notti: una volta scaricato potete adattarlo alle vostre esigenze.


In questo viaggio ci siamo concentrati sulla Germania meridionale e orientale, ma ho deciso di suddividere il resoconto in due articoli, qu estodedicato completamente a Berlino, e il secondo alle altre città visitate: Dresda, Lipsia, Norimberga, Bamberga, Ratisbona e Monaco di Baviera.

L’arrivo a Berlino: per un europeo, una città che non lascia indifferenti

Lasciamo la Polonia passando da Stettino, dove non ci fermiamo, e arriviamo direttamente a Berlino per prendere subito possesso del nostro appartamentino in Friedrichstrasse, a due passi dal Checkpoint Charlie.

È la quarta volta che visito Berlino, una nel 1981 in un giro con Lorena in quella che allora era l’Europa Oltrecortina, e le altre per lavoro, dopo la caduta del Muro, ed è una città che non ho mai amato. La prima volta, con la città divisa in due, non riuscivo a provare alcuna empatia con i berlinesi, nonostante razionalmente comprendessi benissimo che la situazione era per loro, e per i tedeschi in generale, molto pesante.

Ricordo che in quel viaggio non riuscivo a scrollarmi di dosso l’avversione per la Germania non potendo separare, nel profondo del mio animo, la Germania nazista dalla Germania attuale. Oggi, che sono passati più anni, 42, dalla mia prima visita di quelli, 36, che separavano quei giorni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ed essendomi riappacificata da tempo con il popolo tedesco, Berlino mi è apparsa sotto una luce completamente diversa.

In parte, il merito è anche di Antonella, la bravissima guida con la quale abbiamo fatto alcuni tour “tematici” della città che ci hanno permesso di conoscere Berlino anche nelle sue parti meno conosciute e, soprattutto, di capirne la storia “stratificata” che caratterizza i diversi quartieri. Antonella lavora per Guide in Tour e i tour che abbiamo scelto sono stati: il Free tour di Berlino, la Berlino originale e alternativa e la Berlino comunista. Li raccomando tutti e tre.

All’inizio avevamo pensato di stare 3 notti, ma abbiamo poi deciso di prolunga di un’altra notte e sicuramente altri due giorni non ci sarebbero stati male (tenendo conto che non abbiamo visto molti musei).

I quartieri e i distretti di Berlino

Berlino è suddivisa in 12 distretti (Bezirk), ciascuno con proprie caratteristiche. Bisogna però tener conto che Berlino è una città che cambia molto rapidamente, e così i suoi quartieri, quindi non è detto che quello che descrivo oggi sia ancora valido tra alcuni anni.

Per una descrizione dettagliata di tutti i distretti consiglio di visitare il sito VisitBerlin, qui mi limito a segnalare quelli centrali e, a mio parere, più interessanti.

Mitte

Mitte è il quartiere centrale di Berlino e vi si trovano le principali attrazioni della città: dal Reichstag e la Porta di Brandeburgo nonché l’Isola dei Musei, il Memoriale dell’Olocausto, Alexanderplatz e il quartiere Nikolaviertel. Nel periodo della DDR faceva parte di Berlino Est e vi si trovava il famoso Checkpoint Charlie che collegava la Berlino “sovietica” con il quartiere statunitense di Kreuzberg.

Kreuzberg


Quartiere multietnico, a partire dagli immigrati turchi che, negli anni ’80, costituivano la maggior parte della popolazione. Oggi, oltre a un gran numero di immigrati di varie provenienze, ospita artisti e studenti e vanta una vivace vita notturna. Si trova qui il Jüdisches Museum. Infine, ogni martedì e venerdì mattina, sul Maybachufer (fermata Schonleinstrasse) si tiene il Türkenmarkt, il mercato turco.

Friedrichshain


Quartiere molto conosciuto per la vita notturna (in particolare per i locali che si trovano nella Simon-Dach-Strasse) e per la East Side Gallery, una sezione del Muro di Berlino lunga 1,3 chilometri che è stata trasformata in una galleria a cielo aperto

Charlottenburg


Era il quartiere del Kaiser e dei nobili, come testimonia lo Schloss Charlottenburg, uno dei palazzi più grandi e antichi di Berlino, costruito nel XVII secolo per Sophie Charlotte, moglie di Federico III, Elettore di Brandeburgo, In questa zona si trova anche la Kurfürstendamm, via dello shopping di lusso.

Prenzlauer Berg


Ai tempi della DDR, il quartiere faceva parte della Berlino Est e, dopo la caduta del Muro, grazie ai bassi prezzi degli affitti diventa meta preferita di giovani e di artisti. Tra i siti degni di nota di questo quartiere segnalo Kulturbrauerei, un popolare centro culturale, e Gedenkstätte Berliner Mauer, memoriale dedicato alle vittime del muro di Berlino.

3 percorsi per visitare le attrazioni principali

Prima di iniziare la visita della città, consiglio di comprare la Berlin WelcomeCard che, oltre all’accesso gratuito al sistema di trasporto, consente anche di usufruire di vari vantaggi per l’accesso ai musei: ce ne sono di varie tipologie in base alla durata del soggiorno, considerate che la città è grande e di mezzi se ne prendono parecchi se non ci si vuole stravolgere.

Altra cosa che segnalo è che bisogna dimenticarsi di pensare di riuscire a capire facilmente se ci si trova in quella che era la Berlino Est o la Berlino Ovest (in questo aiuta molto il tour con Antonella).

Indipendentemente dal fatto che si scelga di fare qualche tour guidato, di seguito riporto i 3 percorsi che ci sono serviti come base e che consentono di visitare le cose principali. Se si vogliono visualizzare i singoli percorsi, basta cliccare sul simbolo dello schermo intero (quattro angolini di fianco al simbolo della condivisione) e poi selezionare il percorso che interessa.

Percorso 1: la Berlino “classica”, ma non solo

Ho organizzato il Percorso 1 focalizzandomi su un giro “classico” che da Alexanderplatz arriva alla Porta di Brandeburgo, passando per l’Isola dei Musei. Già perché Berlino è attraversata dal fiume Sprea dove, nel quartiere Mitte, si trova l’Isola della Sprea, delimitata dal fiume e dal Canale della Sprea. La parte meridionale dell’isola viene chiamata Fischerinsel (Isola dei pescatori) e quella settentrionale Isola dei musei. Ma questo giro prevede anche un detour nella Berlino “alternativa”.

Alexanderplatz è considerata la piazza simbolo di Berlino ed è irriconoscibile per chi l’ha vista prima della caduta del Muro quando era un enorme spazio pedonale, delimitato dalla Torre della televisione e da una serie di edifici, che volevano competere con i palazzi della Berlino Ovest, dove si svolgevano le parate della Germania comunista. Oggi, più che “una” piazza, sembra un insieme di piazze dove si susseguono aree dedicate a mercatini, bar e locali vari, spazi verdi e aree dove si può semplicemente stare seduti su panchine a guardare la multiforme popolazione che vi transita o vi staziona.

Alexanderplatz, la Torre della televisione
Alexanderplatz, la Torre della televisione

Inizia qui la nostra deviazione nella Berlino “alternativa”.

La prima tappa è Haus Schwarzenberg in Rosenthaler Straße, un cortile interno che è una vera e propria galleria di street art. Negozietti, bar, piccoli musei si affacciano su uno stretto e piccolo cortile le cui pareti sono un museo a cielo aperto.

Berlino - Haus Schwarzenberg
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Risalendo Rosenthalstrasse, si gira a sinistra per Sophienstrasse, strada ricca di gallerie d’arte e, arrivati, si prosegue per Grosse Hamburger strasse per girare poi a sinistra in Augustrasse dove, percorsi pochi metri, si trova la Clärchens Ballhaus, una mitica sala da ballo aperta nel 1913 da Fritz Buhler, alla cui morte nella Grande Guerra, è subentrata nella gestione la moglie Claretta che, attraversando la Repubblica di Weimar e la Germania nazista, è riuscita a tenerla aperta anche durante la Repubblica Democratica Tedesca. Per la storia di questo straordinario luogo consiglio la lettura di questo articolo.

Clärchens Ballhaus
Clärchens Ballhaus

L’ultima tappa di questa piccola deviazione nella Berlino alternativa sono i “cortili”: due sistemi di cortili, collegati da tunnel tra gli edifici, che uniscono alcune strade nella cosiddetta area Spandauer Vorstadt. Gli Heckmann-Höfe sono tre cortili collegati l’uno all’altro ai quali si può accedere da tre punti diversi (Oranienburger Straße 32, Auguststraße 9 e Tucholsky Strasse 18), passando sotto piccoli tunnel dove si trovano citazioni letterarie, scritte direttamente sui muri. Per conoscere la storia degli Heckman-Hofe consiglio la lettura di questo articolo. A poca distanza il più famoso complesso di otto cortili Hackesche Höfe, esempio Jugendstil (il nome che presero in Germania e Svizzera le espressioni artistiche dell’Art Nouveau), la cui costruzione è iniziata nel 1906. Per approfondire la storia di questi cortili leggi questo articolo.

Per tornare al nostro giro della Berlino “classica”, ci dirigiamo nuovamente vela Karl-Liebknecht-Strasse dove, poco prima del ponte sulla Sprea c’è il Museo della DDR, nel quale i visitatori, anche grazie alle tecnologie digitali, possono interagire con ogni manufatto contenuto all’interno. A Berlino i musei sono davvero tanti e in 4 giorni dobbiamo fare delle scelte, per cui decidiamo di seguire il consiglio di Antonella e invece di visitare questo museo, “molto turistico”, andiamo alla Kulturalbruarei e vedere il Museo della vita quotidiana nella DDR che descrivo nel capitolo dedicato al Percorso n. 3.

Prima di attraversare la Sprea, consiglio di costeggiarla, dopo avere attraversato la Karl-Liebknecht Strasse, e oltrepassare il Marx-Engels Forum per immergersi nel quartiere Nikolaviertel, area restaurata di dimore medievali. Vale una visita e una passeggiata tra le sue stradine di ciottoli.

Berlino, quartiere Nikolaiviertel
Berlino, quartiere Nikolaiviertel

Tornando sui nostri passi e attraversata la Sprea, eccoci al Duomo di Berlino, al cui interno è possibile ammirare la Predigtkirche (Cappella della Predicazione), che ospita un altare con i bassorilievi dei dodici apostoli, e la Hohenzollerngruft (cripta degli Hohenzollern), che custodisce circa cento tombe di membri della casata. Uno degli elementi più interessanti della chiesa è l’Organo Sauer, uno strumento monumentale a 7.000 canne.

Fatti pochi passi, arriviamo all’area museale la cui visita va assolutamente programmata con attenzione. In primo luogo, anche se si ha la Berlin WelcomCard, alcuni, come il Pergamonmuseum, vanno prenotati con anticipo (in alta stagione anche qualche settimana prima, nel nostro caso è stato sufficiente un giorno).

Vediamo ora i 5 musei presenti nell’area (per le informazioni di dettaglio su aperture e biglietti, visitare il singolo sito web):

  • Pergamonmuseum – Tra i musei archeologici più importanti della Germania e del mondo, c’è senz’altro il Museo di Pergamo, che prende il nome proprio dall’antica città ellenistica di Pergamo in Anatolia, dalla quale provengono gran parte delle opere esposte. Le opere più importanti esposte sono l’Altare di Zeus da Pergamo, la Porta del Mercato di Mileto e la Porta di Ishtar dell’antica Babilonia. Purtroppo al momento della nostra visita non era possibile visitare l’Altare di Zeus e, a oggi, dal sito sembra che il museo sia completamente chiuso fino al 2027; quindi prima di organizzare una visita verificate sul sito (altrimenti rischiate di prendere un biglietto solo per vedere un video).
  • Altes Museum – Raccoglie una delle collezioni più importanti al mondo di arte antica romana e greca.
  • Alte Nationalgalerie – La Galleria Nazionale ospita una delle più importanti collezioni tedesche di pittura dell’Ottocento, e comprende i capolavori di Caspar David Friedrich, Edouard Manet, Claude Monet, Auguste Renoir e Auguste Rodin. Nei giorni in cui eravamo a Berlino c’era una bella mostra di Klimt che, con un’oretta di coda, siamo riusciti a vedere.
  • Bodemuseum Con la sua forma tondeggiante in stile neo-barocco e la sua grande cupola, il Bode Museum spicca tra le due anse del fiume Sprea e ha quasi l’aspetto di una nave monumentale che emerge dall’acqua.
  • Neues Museum – È anche bello da vedere come struttura. Dopo i lavori di restauro, il museo è stato riaperto nel 2009, ospitando le rarissime collezioni dell’originale Museo Egizio e della Preistoria. Ogni sala è stata arredata rispettando lo stile dell’epoca degli oggetti esposti. La struttura ospita ancora oggi due diverse sezioni: il Museo Egizio e il Museo della Preistoria e della Storia Antica. L’opera più ammirata del Neues Museum è il Busto di Nefertiti, un tesoro artistico perfettamente conservato all’interno Museo Egizio. La seconda parte della visita è dedicata al Museo della Preistoria e della Storia Antica. Si tratta di una delle più grandi raccolte archeologiche e preistoriche al mondo, con reperti che abbracciano un periodo storico che va dal Paleolitico all’Alto Medioevo. Gli oggetti più ammirati sono certamente l’antichissimo teschio di Neanderthal e i reperti dell’antica Troia. Consigliamo infine di non perdere la speciale Macchina del Tempo, che mostra come l’Europa sia cambiata con il passare dei secoli e delle civiltà.

A mio parere, imperdibili sono il Pergamonmuseum (ma dopo il 2027) e il Neues Museum.

Berlino, Pergamonmuseum - La porta di Ishtar dell'antica Babilonia
La porta di Ishtar dell’antica Babilonia

 

Berlino, Pergamonmuseum - Porta del Mercato di Mileto
Porta del Mercato di Mileto

 

Berlino, Pergamonmuseum
Berlino, Pergamonmuseum

Usciti dai musei, se avete ancora la forza di camminare un po’, potete percorrere la Unter den Linden, storica promenade dove si susseguono grandi alberghi, ambasciate, negozi e begli edifici storici, tra cui il Loghaus, il Kronprinzenpalais e la Neue Wache, già ricostruiti negli anni ’60. Berlino fu quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e, mentre nella parte Ovest venne deciso di costruire una città completamente nuova, lasciando, come simbolo del conflitto, solo i resti della Gedächtniskirche, nella Berlino Est i sovietici decisero di ricostruire tutta la parte monumentale così come era prima del conflitto. Ricordo che quando ci andai nel 1981, il contrasto mi sembrò stridente anche perché, usciti dalla parte monumentale, la città orientale era abbastanza spettrale. Comunque, oggi fa tutta un’altra impressione.

Quando si arriva in Bebelplatz (la toponomastica è rimasta quasi invariata rispetto ai tempi della DDR) vale la pena addentrarsi nella piazza per vedere la finestra di vetro sul monumento sotterraneo dedicato al rogo di libri avvenuto per mano dei nazisti. Ogni centimetro di questa città è un pezzo della nostra storia più recente.

Concludiamo il nostro percorso alla Porta di Brandeburgo, imponente di giorno ma ancora più suggestiva quando è illuminata di notte, per cui sarebbe l’ideale ammirarla in entrambi i momenti della giornata. Impossibile, anche qui, non andare con la mente alla mia visita pre caduta del Muro: l’area circostante era presidiata da militari e la porta, che si trovava nella parte Est, si poteva vedere solo da una distanza di una cinquantina di metri, mentre dalla parte Ovest la si vedeva dietro il Muro.

Ecco due fotografie di allora e il confronto con oggi.

Berlino - Porta di Brandeburgo, luglio 1981
Berlino – Porta di Brandeburgo, luglio 1981
Berlino - Porta di Brandeburgo, luglio 2023
Berlino – Porta di Brandeburgo, luglio 2023
Berlino, Porta di Brandeburgo
Berlino – Porta di Brandeburgo

Percorso 2: viaggio nei simboli

Questo percorso parte dalla Porta di Brandeburgo, lato occidentale, e la prima sosta è al Palazzo del Reichstag. Inaugurato nel 1894, fu costruito come sede per le riunioni del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco e tornò ad essere la sede del parlamento tedesco nel 1999. Rimasto fortemente danneggiato dopo l’incendio del 1933, il palazzo non fu più utilizzato durante il Terzo Reich ma venne ritenuto un simbolo della Germania; fu quindi attaccato dai soldati sovietici dell’Armata Rossa durante la fase decisiva della battaglia di Berlino del 1945, che lo conquistarono dopo un violento combattimento contro la guarnigione tedesca asserragliata all’interno e nei sotterranei, e vi issarono la bandiera della Vittoria. Con il restauro del 1992, l’architetto Norma Foster fece costruire una enorme cupola di vetro, diventata emblema del Bundestag (nome del parlamento della RFT): una struttura aperta sia alla base che in cima con un diametro di 40 metri che offre una panoramica a 360° su tutta Berlino da un’altezza di 47 metri. Al centro della cupola di vetro vi è un imbuto a proboscide costituito da 360 specchi che provvede a riflettere la luce diurna nell’aula plenaria; nascosto in questo imbuto lavora un impianto di recupero del calore che sfrutta l’energia termica dell’aria viziata uscente dall’aula plenaria per riscaldare l’edificio.

La visita è gratuita, ma ricordate di prenotarla per tempo in quanto l’ingresso è possibile solo tramite registrazione sul sito del Deutscher Bundestag; è consigliato prendere l’audioguida.

Berlino - Reichstang
Berlino – Reichstang

A pochi passi dal Reichstag, un altro simbolo della Germania, il Memoriale dell’Olocausto. Costituito da 2.711 blocchi rettangolari di calcestruzzo, il memoriale trasmette la sensazione di essere in un labirinto nel quale ci si sente soli e isolati. La pavimentazione non è piana, ma ondeggiante, dettaglio che riproduce almeno in una impercettibile parte la sensazione di straniamento provata dalle vittime. Quella di straniamento è esattamente la sensazione che l’architetto Peter Eisenman voleva far rivivere ai visitatori. Meglio visitarlo all’alba o all’ora di pranzo o cena perché purtroppo non tutti i visitatori rispettano la sacralità del luogo e il rischio è di dover assistere a scene irrispettose e irritanti.

Un piccolo momento di leggerezza: per gli amanti del genere, non lontano dal Memoriale si trova il Legoland Discovery Centre, primo centro al Mondo dedicato ai famosi mattoncini colorati. Ci si può quindi immergere nel Tiertgarten, il parco più grande di Berlino, dove si trova la famosa Colonna della Vittoria e da dove si può raggiungere anche lo Schloss Bellevue, la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica tedesca.

Lasciato il parco, eccoci alla Gedächtniskirche , un altro simbolo di Berlino: la chiesa è stata lasciata volutamente in rovina dopo i bombardamenti del secondo conflitto mondiale per ricordare gli orrori della guerra e oggi è un monumento alla pace e alla riconciliazione. Al suo interno si trovano anche alcuni simboli di riconciliazione con i paesi una volta nemici di guerra, tra cui una croce di chiodi proveniente dalle rovine della cattedrale di Coventry e la Madonna di Stalingrado.

Berlino - Gedächtniskirche
Berlino – Gedächtniskirche

Nello stesso quartiere troviamo anche il famoso Zoo di Berlino, il più antico e più visitato della Germania; ospita il maggior numero di specie animali al mondo.

Usciti dallo Zoo ci si trova nel quartiere di Charlottenburg, quartiere elegante e zona residenziale con lussuosi negozi per lo shopping; il percorso si conclude con il Castello di Charlottenburg, imponente dimora degli Hannover inaugurata nel 1692. La visita richiede almeno un paio d’ore e merita per una passeggiata nei suoi giardini.

Percorso 3: il Muro

La prima tappa di questo percorso è la stazione Nordbahnhof dove un’esposizione permanente che mostra la situazione delle tre linee di metropolitane U- e S-Bahn che, nel periodo 1961 – 1989, collegavano parti di Berlino Ovest passando sotto a Berlino Est. Dopo la costruzione del Muro l’accesso alle fermate che si trovavano nella Berlino Est era sbarrato e i treni non visi fermavano. Ricordo benissimo quelle stazioni: i treni vi passavano lentamente, senza fermarsi, e si intravedevano in una luce fioca quelle che erano chiamate “stazioni fantasma” presidiate da militari armati.

Poco lontano, il Memoriale delle vittime del Muro (Gedenkstätte Berliner Mauer). Sono almeno 136 le persone morte durante l’attraversamento del Muro di Berlino fra il 1961 e il 1989. Alcune di loro furono colpite da colpi di arma da fuoco o hanno ricevuto feriti mortali mentre cercavano di scappare; altre si sono tolte la vita quando si sono rese conto che la loro fuga era ormai fallita; altre ancora furono erroneamente identificate come latitanti e uccise sull’istante dalle guardie di frontiera. In questo punto ci si rende conto di un altro aspetto, terribile e sconcertante, del Muro: invece di usare il singolare, sarebbe più proprio parlare di “Muri” perché infatti il sistema di recinzione che sigillava Berlino Ovest prevedeva due Muri paralleli separati dalla cosiddetta “striscia della morte”, un corridoio di qualche decina di metri dove chi era riuscito a superare il primo Muro si trovava spesso intrappolato e, colpito dai proiettili delle guardie di frontiera della DDR, lasciato morire sul terreno. Nei pressi, dove sono anche segnalati i punti dove emergevano alcuni dei tunnel scavati sotto al muro, si trovano numerose opere di street art.

Passeggiando per il quartiere si arriva alla Kulturbrauerei, l’antico birrificio nel quartiere di Prenzlauer Berg, trasformato in un centro culturale nel quale si trova il Museo della vita quotidiana nella DDR, decisamente imperdibile: dalle Trabant con tenda sul tetto, agli oggetti di uso quotidiano, mobili, ma anche passeggini “multipli” per socializzare. Dalla Kulturbrauerei partono anche tour in bicicletta.

Berlino - Museo della vita quotidiana nella DDR
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A questo punto, se non si è scelto il tour in bicicletta, meglio prendere la metropolitana per raggiungere la prossima tappa: l’East Side Gallery, il tratto più lungo rimasto di una sezione del Muro di Berlino, trasformato in una galleria d’arte di graffiti a cielo aperto, opera di street artists provenienti da tutto il mondo per commemorare la libertà riconquistata.

Berlino - East Side Gallery
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Costeggiando la Sprea, si giunge all’ Oberbaumbrücke, il ponte più bello di Berlino e ricco di storia (per conoscerla a fondo consiglio questo articolo). Il primo ponte in legno fu costruito all’inizio del XVIII secolo, sostituito 200 anni dopo da una costruzione in mattoni rossi, distrutta dai bombardamenti e dai combattimenti della Seconda Guerra Mondiale. Riparato dopo la guerra, è stato un punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest fino al 1961 quando, con la costruzione del Muro, perse la sua utilità di collegamento tra le due sponde del fiume. Ricostruito completamente negli anni ’90 è tornato a collegare il quartiere di Kreuzberg con Friedrichshain.

Attraversata la Sprea si entra nel quartiere di Kreuzberg dove bisogna andare alla ricerca dei meravigliosi murales, realizzati da famosi street artist, che troneggiano sulle pareti di numerosi edifici.  Dopo la caduta dl Muro nel 1989, gli street artist hanno invaso la capitale scegliendo soprattutto Kreuzberg come quartier generale del loro operato. Ma l’arte di strada è una cosa viva per cui non è detto che quello che trovate oggi sia lo stesso che troverete domani, per cui anche la descrizione che potrei farne risulterebbe inevitabilmente fallace. Non vi resta che girare e cercare.

Berlino - Murale nel quartiere Kreuzberg
Berlino – Murale nel quartiere Kreuzberg
Berlino - Murale nel quartiere Kreuzberg
Berlino – Murale nel quartiere Kreuzberg

Cuore di Kreuzberg è Kottbusser Tor, un importante snodo del traffico cittadino dove a fianco delle grandi arterie che la attraversano si stende il marciapiedi, sempre affollato, e costeggiato da locali dove è possibile mangiare a ogni ora. Qui una bella descrizione di questa incredibile piazza.

La prossima tappa è un po’ distante e conviene riprendere la metropolitana per scendere al Checkpoint Charlie, il più famoso posto di blocco del periodo del Muro. Visto oggi il luogo è talmente turistico da avere perso ogni traccia della cupezza di un tempo. Ho infatti ben impresso nella memoria quando, con un permesso di 12 ore, attraversammo in auto il posto di frontiera nel 1981: una guardia, che rispettava i più classici canoni del soldato tedesco, perquisì noi e l’auto con estrema accuratezza.

Berlino - Checkpoint Charlie
Berlino – Checkpoint Charlie

Con una breve camminata raggiungiamo il Museo Ebraico (Jüdisches Museum Berlin). Il museo esisteva già negli anni ’30 ma, ovviamente, fu chiuso per mano dei nazisti nel 1938, per riaprire solo nel 1999. L’edificio, realizzato dall’architetto Daniel Libeskind, è straordinario, a partire dall’entrata: un percorso ad ostacoli che vuole far in parte condividere al visitatore le difficoltà incontrate dal popolo ebraico durante la sua storia. Una volta entrati si scende per una scala che porta ad un sotterraneo dove ci sono tre corridoi: Asse dell’Esilio che conduce al Giardino dell’Esilio, Asse dell’Olocausto che porta alla Torre dell’Olocausto e Asse della Continuità che conduce finalmente al museo. La permanente del museo, che copre due millenni di storia degli ebrei in Germania, si estende su un’area di più di 3000 m2 di superficie espositiva. La cultura degli ebrei tedeschi viene descritta nei minimi dettagli attraverso 13 epoche, dal Medioevo fino ad oggi, e tramite oggetti, riviste, foto, lettere e spazi interattivo-multimediali.

Berlino - Museo ebraico
Berlino – Museo ebraico

A completare il tutto ci sono mostre temporanee, workshop, proiezioni cinematografiche a tema. Particolarmente emozionante è l’installazione Shalechet – Foglie cadute: 10 000 volti in acciaio punzonato sono distribuiti sul pavimento dello Spazio Vuoto della Memoria, il fragore generato dai visitatori che sono invitati a camminare su questi volti ti obbliga a pensare ai morti che rappresentano e provoca una tale angoscia che l’unica che desideri è uscirne al più presto. L’installazione è opera dell’artista israeliano Menashe Kadishman che l’ha dedicata non soltanto alle vittime della Shoah, ma a tutte le vittime di guerra e violenze.

Il percorso si conclude alla Potsdamer Platz. Il contrasto tra la tetra e anonima piazza del 1981 e il vivacissimo incrocio, circondato da edifici futuristici, di oggi è enorme, come per Alexanderplatz sembra impossibile di essere nello stesso luogo. Una curiosità: al centro della piazza è possibile ammirare la riproduzione a forma di torretta del primo semaforo d’Europa, installato proprio qui nel 1924.

Berlino - Potsdamer Platz- Rirpoduzione del primo semaforo d'Europa
Berlino – Potsdamer Platz – Riproduzione del primo semaforo d’Europa
Berlino - Potsdamer Platz
Berlino – Potsdamer Platz

Si conclude così la mia quarta visita a Berlino, città con la quale mi sono finalmente riappacificata.

L’indomani il nostro viaggio prosegue per Potsdam e le altre città tedesche che abbiamo deciso di visitare.

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